- Il partenariato deve essere inquadrato come uno strumento di ottimizzazione delle relazioni e delle dinamiche gestionali, che favorisce la costruzioni di alleanze funzionali anche a risolvere carenze/pressioni eccessive su soggetti che non hanno una struttura sufficientemente articolata e che nel partenariato possono trovare supporto in altri soggetti per determinate azioni.
- Tutti i partner sono stakeholder ma non viceversa, utile coinvolgere nel partenariato solo alcuni portatori di interesse che abbiano legame solido con l’ idea progettuale e possano effettivamente apportare risorse e competenze: attenzione a non estendere eccessivamente la rete di partner.
- Nell’individuare i partner, è essenziale distinguere tra chi è chiamato ed è interessato a intervenire attivamente sul valore del progetto in ogni sua fase (dall’identificazione degli obiettivi alla loro attuazione) e chi, pur attivato, mantiene un ruolo esterno, come beneficiario o come interlocutore da ingaggiare in singole azioni / singoli momenti.
- Nel definire il modello organizzativo è possibile adottare anche forme ibride, ricorrendo ad un mix di modelli organizzativi: ad es. ricorrendo alla tipologia funzionale, come base del modello, ma al tempo stesso identificando gruppi tematici e/o territoriali, a seconda delle caratteristiche dei partner e del progetto.
- Nel disegnare il modello organizzativo del partenariato è importante attribuire ruoli definiti sulla base delle competenze distintive ed esperienze del partner: il rischio di «tutti fanno tutto» appesantisce la macchina decisionale e va contro la logica del partenariato, che nasce come strumento di snellimento delle dinamiche. Definire il modello organizzativo serve nel partenariato per stabilire fin da subito chi fa che cosa e con quale ruolo/responsabilità, sanando anche problemi organizzativi di singoli soggetti.
- Data la sua struttura complessa, il partenariato richiede più organi di gestione: nel caso del modello funzionale, ad esempio, tutti i partner dovrebbero essere presenti, con figure idonee (tra loro anche diverse, quando possibile) nel comitato di pilotaggio, con funzioni strategiche, di indirizzo e governance, e nel comitato tecnico, in questo caso ognuno come portatore dell’ambito/attività di propria competenza. Negli altri gruppi specializzati possono sedere solo gli enti interessati al presidio o con competenze specifiche. Non è pertanto necessario che tutti i soggetti siedano a tutti gli organi previsti: in base al compito assegnato a ogni ente nel partenariato, è possibile scegliere gli organi direttamente connessi con il proprio interesse specifico/proprie competenze, demandando agli altri soggetti il presidio degli altri ambiti.
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